L’autorizzazione quale sfida e marchio di qualità

L’autorizzazione rilasciata dall’Autorità di vigilanza per gestori patrimoniali e trustee è un marchio di qualità. Gli istituti che considerano l’obbligo di autorizzazione quale opportunità per migliorare il proprio assetto organizzativo e che soddisfano le condizioni della LSerFi e della LIsFi ottengono la prova che l’esercizio della loro attività avviene nel rispetto degli elevati requisiti di qualità fissati dal legislatore e dalla FINMA.

Nel 2020 la FINMA ha potuto gettare le basi del processo di autorizzazione per gestori patrimoniali e trustee:

La FINMA è dunque pronta a trattare le circa 2500 richieste attese che verranno presentate da gestori patrimoniali e trustee. Sulla base degli annunci ricevuti, la FINMA stima che nel 2021 circa il 30 per cento dei partecipanti al mercato inoltrerà una richiesta di autorizzazione alla FINMA.

Gestione adeguata dei rischi

I nuovi requisiti possono rappresentare una grande sfida per molte aziende. Oltre alle nuove disposizioni sull’organizzazione e sui fondi propri, la regolamentazione include anche norme di condotta, quali ad esempio la gestione dei rischi derivanti dalle attività transfrontaliere, la suitability, nonché le regole di condotta sul mercato. Occorre identificare tutti i rischi concernenti le attività svolte, nonché limitarli e monitorarli attraverso processi e controlli appropriati.

 

Soprattutto i rischi derivanti dall’attività transfrontaliera possono essere significativi. Molti gestori patrimoniali gestiscono clienti provenienti da diverse giurisdizioni, in parte per motivi storici e in parte per motivi di politica aziendale. A seconda del Paese, si applicano regole diverse in relazione alla fornitura di servizi finanziari. Ciò può comportare rischi giuridici e di reputazione, in particolare nell’ambito dei reati fiscali. È responsabilità del gestore patrimoniale gestire questi rischi in modo appropriato.

Conoscenze specialistiche necessarie ed eventuali adeguamenti

Nel 2021, pertanto, nell’ambito del processo di autorizzazione la FINMA si concentrerà in misura sempre maggiore su questioni fondamentali e considerazioni in materia di rischio. A seconda del modello operativo, dell’entità e della natura dei rischi, la FINMA si aspetta competenze specialistiche adeguate ed eventuali adeguamenti nell’organizzazione. Ad esempio, anche per gli istituti che si collocano al di sotto dei valori soglia di cui all’articolo 26 OIsFi, la FINMA può esigere la separazione operativa per la funzione di controllo dei rischi qualora il modello operativo presenti dei rischi significativi. L’Autorità di vigilanza si concentrerà anche sull’idoneità dei processi e sulla loro documentazione.

 

In ultima analisi, la FINMA può autorizzare solo le imprese che forniscono la prova di essere in grado di limitare e controllare adeguatamente i propri rischi. Ciò può avere un impatto sui costi, ad esempio se fosse necessario ricorrere a risorse aggiuntive o avvalersi di fornitori di servizi esterni. Vi è dunque da aspettarsi che non tutti i richiedenti possano, a fronte delle strutture esistenti, ottenere un’autorizzazione.

L’autorizzazione della FINMA quale marchio di qualità

L’autorizzazione della FINMA consente di rafforzare la competitività dei gestori patrimoniali e dei trustee come pure il confronto e l’equivalenza con concorrenti esteri. Il settore e la piazza finanziaria della gestione patrimoniale in Svizzera acquistano in questo modo maggiore attrattività.

Collaborazione costruttiva

Affinché il processo di autorizzazione vada a buon fine, è necessario che tutti i soggetti coinvolti collaborino in modo costruttivo. I gestori patrimoniali e i trustee devono tempestivamente e apertamente confrontarsi in modo critico con i nuovi requisiti e adottare per tempo le misure necessarie. Ciò concerne per esempio l’organizzazione, i processi e la documentazione, come pure l’affiliazione a un organismo di vigilanza. È altresì necessario che la richiesta di autorizzazione sia debitamente compilata, affinché l’organismo di vigilanza e la FINMA possano esaminarla senza dover porre domande di chiarimento.

Nuovo ruolo per gli organismi di vigilanza

Gli organismi di vigilanza, di recente istituzione, devono sviluppare i loro sistemi e processi, strutturandoli in modo tale da poter esercitare sui futuri membri una sorveglianza continua orientata al rischio nonché in base a quanto previsto dalla FINMA. Per questo motivo è fondamentale che essi definiscano rapidamente ed esercitino effettivamente il loro ruolo quali istanze di controllo indipendenti di associazioni e di gruppi d’interesse. La nuova architettura della vigilanza deve ancora consolidarsi nella prassi.

 

La FINMA verificherà, oltre all’attuazione di processi efficienti per la gestione delle richieste future, che le aspettative siano formulate in modo chiaro e trasparente e che siano garantite condizioni paritarie (level-playing field). Ciò consente di trattare le richieste con il necessario rigore, ma anche in modo pragmatico ed equo in un raffronto trasversale.

Situazione vantaggiosa per i primi arrivati

Il volume delle richieste raggiungerà il suo picco massimo presumibilmente nella seconda metà del 2022. Di conseguenza, l’esame delle richieste da parte della FINMA si protrarrà fino al 2023. Per il trattamento delle richieste presentate successivamente è pertanto previsto un certo tempo di attesa. In tal senso può rivelarsi vantaggioso muoversi tempestivamente ed essere fra i primi arrivati. La FINMA è pronta ad affrontare questa sfida e nutre grande interesse nei confronti delle richieste e dello scambio con i gestori patrimoniali e i trustee.

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