L'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA imposta in modo maggiormente orientato al rischio l'audit prudenziale di banche, commercianti di valori mobiliari e gestori patrimoniali. In futuro le società di audit, che operano quale braccio operativo della FINMA, verranno impiegate in modo ancora più mirato. La FINMA sottopone pertanto a revisione la Circolare «Attività di audit». L'indagine conoscitiva si concluderà il 31 gennaio 2018.
La FINMA imposta l'audit prudenziale delle società di audit in modo maggiormente orientato al rischio. Le verifiche dovranno essere ancora più orientate alla situazione di rischio degli assoggettati e tenere conto in modo lungimirante delle sfide che questi ultimi affronteranno in futuro. Lo scopo è aumentare l'efficacia dell'attività di audit. In quest'ottica, la FINMA sottopone a revisione la Circolare 13/3 «Attività di audit». Il progetto di revisione viene sottoposto a un'indagine conoscitiva che si concluderà il 31 gennaio 2018; la versione rivista entrerà in vigore il 1° gennaio 2019.
Verifiche più mirate e allentamento dei cicli di audit presso i piccoli istituti
Nell'ambito dell'attività di vigilanza della FINMA, le società di audit svolgono un ruolo importante. Esse operano come braccio operativo della FINMA, attendendosi alle istruzioni che essa impartisce. Gli audit prudenziali sono indipendenti dall'audit dei conti annuali ai sensi del diritto societario rivolto ai proprietari. L'attuale sistema di vigilanza prudenziale di banche, commercianti di valori mobiliari e gestori patrimoniali prevede che venga effettuata una verifica all'anno presso ogni istituto. In futuro, le società di audit che effettuano le verifiche presso assoggettati di piccole dimensioni (categorie 4 e 5) che non presentano rischi palesemente elevati svolgeranno l'audit solo ogni due o tre anni. Inoltre, in futuro, presso tutti gli istituti, l'audit regolare verrà effettuato in modo meno capillare. Sono invece previste verifiche per approfondire ambiti a rischio elevato oppure per esaminare nel dettaglio determinate tematiche, alternate nel corso degli anni.
Perseguita una riduzione materiale dei costi
Nel 2015, l'audit prudenziale svolto dalle società di audit è costato al settore finanziario 116 milioni di franchi, di cui 109 milioni di franchi concernono banche, commercianti di valori mobiliari e gestori patrimoniali. Le misure previste sono volte a ridurre i costi di almeno il trenta percento. Una piccola parte del denaro risparmiato verrà utilizzata per interventi mirati, in relazione a casi specifici, effettuati dalla FINMA o dagli incaricati. Per gestire meglio gli atti di verifica e aumentare la trasparenza dei costi, ora le società di audit devono inoltrare, per tutti gli istituti, congiuntamente alla strategia di audit anche una stima dei costi degli atti di verifica pianificati.
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