L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA ha svolto una valutazione ex post della Circolare «Attività di audit», riveduta nel 2019. Tale valutazione ha confermato una maggiore utilità per la FINMA come pure un aumento dell’efficienza e una riduzione dei costi nell’audit prudenziale. La FINMA accoglie con favore l’esame di un eventuale potenziale di miglioramento dell’attuale quadro legislativo, tuttavia ciò non è stato oggetto della presente valutazione.
Nel corso degli ultimi mesi la FINMA ha svolto una valutazione ex post della Circolare 13/3 «Attività di audit», parzialmente rivista nel 2019, alla quale hanno preso parte i rappresentanti del settore (comunicato stampa). Dalla valutazione è emerso che gli audit sono ora condotti in modo maggiormente orientato al rischio, con un conseguente aumento dell’efficienza e dell’utilità per la FINMA. Il miglioramento dell’efficienza, in particolare nel settore bancario e in quello dell’asset management, che rappresentano oltre il 90% dei costi degli audit di base e supplementari, si è inoltre tradotto per gli assoggettati in un risparmio di circa un terzo dei costi per la revisione esterna. Grazie al miglioramento dell’efficienza, la FINMA può stanziare maggiori risorse in altri strumenti di vigilanza, come la vigilanza basata sui dati e i controlli in loco.
Nel quadro di una nuova revisione della circolare, la FINMA trasporrà ampie parti di essa in un’ordinanza. In tale contesto saranno esaminati la maggiore flessibilità nella definizione della strategia di audit auspicata dai partecipanti alla valutazione come pure eventuali ulteriori sviluppi in materia di audit.
Dalla presente valutazione ex post emerge che, in seguito alla revisione della circolare FINMA, sono stati compiuti progressi in materia di audit. Non è tuttavia stata trattata la questione del potenziale di miglioramento dell’attuale sistema legislativo. Essa si pone in particolare in relazione a un’eventuale attribuzione diretta del mandato da parte della FINMA alle società di audit per rafforzare l’indipendenza delle verifiche, come raccomandato ad esempio dal Fondo Monetario Internazionale (FMI). La FINMA sarebbe favorevole a un’analisi di tale questione.
