L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA prosegue con diverse misure l’attuazione delle raccomandazioni formulate dal Network for Greening the Financial System che la riguardano. Come membro di questa rete, la FINMA ne sostiene gli obiettivi, che consistono nel comprendere e gestire meglio i rischi per la stabilità finanziaria dei cambiamenti climatici e di altri cambiamenti ambientali.
Il Network for Greening the Financial System (NGFS) ha pubblicato in data odierna una dichiarazione sul suo contributo al raggiungimento degli obiettivi della COP28, l’edizione del 2023 della Conferenza dell’ONU sul clima. La FINMA è parte di questa rete dal 2019 e, da allora, integra gradualmente i rischi finanziari legati ai cambiamenti climatici nella sua attività di vigilanza, secondo un approccio strategico, proporzionato e basato sui rischi.
Le misure della FINMA si basano sulle raccomandazioni non vincolanti dell’NGFS così come sulle prescrizioni e sulle linee guida di organi internazionali di standardizzazione, tra cui il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS) e l’Associazione internazionale degli organi di vigilanza nel settore assicurativo (IAIS) (Comunicazione FINMA sulla vigilanza 01/2023). Unitamente al contrasto alle pratiche di greenwashing, la FINMA contribuisce così a una maggiore sostenibilità della piazza finanziaria. Attualmente la FINMA persegue le seguenti misure prioritarie.
Nuova circolare sui rischi climatici e altri rischi naturali
La FINMA si sta occupando di elaborare una nuova Circolare «Rischi finanziari connessi a eventi naturali». Il suo obiettivo è concretizzare i requisiti della gestione dei rischi da parte degli istituti in riferimento ai rischi finanziari legati ai cambiamenti climatici e ad altri eventi naturali. La circolare recepirà le attuali raccomandazioni degli organismi deputati a redigere gli standard, in particolare il BCBS e l’IAIS, nonché parti delle raccomandazioni dell’NGFS. La FINMA condurrà un’indagine conoscitiva pubblica in materia nel primo trimestre 2024.
Trasparenza in materia di rischi climatici
Nel 2024 la FINMA verificherà inoltre l’opportunità di una revisione dei propri requisiti di informativa pubblica sulla scorta dei molteplici sviluppi intervenuti nella rendicontazione sul clima e sulla sostenibilità. La FINMA ha promosso già nel 2021 una maggiore trasparenza in materia di rischi climatici richiesta dall’NGFS e da altri organismi internazionali, concretizzando i requisiti concernenti la pubblicazione dei rischi finanziari legati al clima per le banche e le compagnie di assicurazione di maggiori dimensioni.
Dal 2024 numerose banche e assicurazioni attueranno inoltre la nuova Ordinanza concernente la relazione sulle questioni climatiche. I nuovi requisiti sanciti dall’ordinanza si basano sul Codice delle obbligazioni e sono talora più ampi degli attuali requisiti della FINMA (p. es. il cosiddetto «doppio obbligo», l’obbligo di pubblicare i piani di transizione), ma comunque compatibili con essi. Alla FINMA non compete la sorveglianza del rispetto e dell’attuazione degli obblighi di diritto civile degli assoggettati, tuttavia l’osservanza sistematica di tali obblighi da parte degli assoggettati alla vigilanza fa parte del requisito prudenziale di garanzia di un’attività irreprensibile. Gli istituti devono dunque essere organizzati e condotti in modo da garantire l’osservanza dei loro obblighi di diritto civile.
Rafforzamento della base di dati per valutare i rischi climatici
Così come gli assoggettati, anche la FINMA ha bisogno di dati per valutare i rischi climatici. A tal fine sta elaborando un apposito rilevamento di dati che coprirà differenti caratteristiche e canali di trasmissione dei rischi climatici. Il primo rilevamento dei dati sarà svolto nel 2024 e solo presso i maggiori istituti (categorie di vigilanza 1–3). Costituisce inoltre una base importante per adempiere l’obbligo di rendicontazione della FINMA sui rischi climatici, come previsto dal Parlamento nella Legge sul CO2.
Visione integrata dei rischi naturali
La FINMA condivide il parere dell’NGFS secondo cui è opportuno seguire un approccio integrato ai rischi climatici e ad altri rischi naturali, tra cui la perdita di biodiversità. I cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono strettamente correlati, come affermato, tra l’altro, nel rapporto del 2021 «Biodiversity and climate change» dell’IPCC e dell’IPBES, e rappresentano fattori di rischio finanziario potenzialmente rilevanti per gli istituti finanziari. Ove possibile e opportuno, la FINMA integrerà sempre più questa visione integrata dei rischi naturali nella sua prassi, per esempio nella summenzionata circolare.
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