L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA prende atto del rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla crisi di Credit Suisse, pubblicato in data odierna. Accoglie con favore in particolare la raccomandazione rivolta al Consiglio federale concernente le ulteriori competenze della FINMA. Inoltre, comprende la critica espressa in merito alle modalità di applicazione del «filtro regolamentare» nel 2017.
La FINMA prende atto del rapporto della Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) pubblicato in data odierna e accoglie con favore in particolare la raccomandazione rivolta al Consiglio federale concernente le ulteriori competenze della FINMA in materia di vigilanza. Questa è in linea con l’orientamento del Rapporto del Consiglio federale sulla stabilità delle banche pubblicato lo scorso aprile e riflette le richieste che la FINMA aveva espresso a più riprese, anche pubblicamente, dall’aprile 2023.
A questo proposito la FINMA ribadisce che in particolare una comunicazione pubblica più attiva sulla sua attività di vigilanza, l’introduzione di un regime di responsabilità, la competenza di infliggere multe e la possibilità di intervento precoce sono strumenti che rafforzeranno ulteriormente la vigilanza e di cui la FINMA attualmente non dispone rispetto ad altri Paesi.
La FINMA trae attivamente, anche quale organizzazione, i suoi insegnamenti dal caso di Credit Suisse, migliorandosi ove necessario. Come già indicato nel suo Rapporto sugli insegnamenti tratti (lessons learned) dalla crisi di Credit Suisse, la FINMA continuerà ad ampliare la propria prassi di vigilanza fra le altre cose negli ambiti di cultura del rischio, governance, modelli di business e piani di stabilizzazione.
La FINMA prende atto del fatto che la CPI ha giudicato conforme e in ampia misura appropriata la sua attività di enforcement. Inoltre, la CPI ha constatato che, nel caso Credit Suisse, lo strumento del procedimento di enforcement, nella sua forma attuale, in particolare in assenza di volontà da parte degli organi responsabili, ha mostrato i suoi limiti. Pertanto, la FINMA accoglie favorevolmente la raccomandazione della CPI rivolta al Consiglio federale di creare le condizioni necessarie per rafforzare l’esecuzione dei procedimenti di enforcement.
La FINMA comprende la critica espressa nel rapporto in merito all’attuazione del filtro regolamentare nel 2017. Nel contesto politico di allora, la FINMA aveva giudicato che tale filtro fosse necessario per garantire l’abrogazione dell’articolo 125 OFoP. Sebbene la CPI ribadisca la conformità del filtro e il fatto che fosse stato reso pubblico, la FINMA prende atto della critica mossa dalla CPI secondo la quale tale filtro era illimitato sotto il profilo temporale e dell’importo.
Il rapporto della CPI sottolinea che la causa della crisi risiede in una cattiva gestione, sull’arco di diversi anni, da parte del consiglio di amministrazione e della direzione di Credit Suisse.
La FINMA prende atto anche della raccomandazione concernente l’Autorità federale di sorveglianza dei revisori ASR. La vigilanza è in linea di principio aperta nei confronti della reintegrazione dell’ASR nella FINMA.
Per quanto concerne le raccomandazioni che riguardano l’attività di vigilanza, la FINMA è a disposizione del Consiglio federale per discussioni più approfondite.
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