Il 18 febbraio 2009 l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari FINMA aveva ordinato la consegna dei dati di un numero chiaramente limitato di clienti UBS alle autorità statunitensi per scongiurare il grave pericolo rappresentato dalla minaccia di un procedimento da parte di queste ultime per la liquidità e la stabilità della banca. In data odierna il Tribunale federale ha deciso in ultima istanza che la misura ordinata dalla FINMA era legale nel contesto di allora.
Un procedimento da parte delle autorità giudiziarie statunitensi contro UBS nel febbraio 2009 avrebbe messo gravemente a repentaglio, in base alla valutazione allora operata dalla FINMA, le condizioni di liquidità dell'istituto e, di conseguenza, la sua stessa esistenza. Inoltre, considerate le dimensioni e le interconnessioni di UBS in Svizzera, ciò avrebbe potuto compromettere anche la stabilità della piazza finanziaria. La situazione finanziaria e la gestione della banca così come la situazione generale dei mercati finanziari internazionali erano in quel periodo eccezionalmente instabili. Nel contesto di allora era completamente esclusa la possibilità di procedere a una liquidazione ordinata di UBS tutelando le funzioni di rilevanza sistemica per l'economia svizzera. Adempiendo al suo mandato legale, la FINMA ha cercato, con la sua decisione, di scongiurare il pericolo imminente per i creditori e per la funzionalità del sistema finanziario svizzero. L'Autorità ha esposto al Consiglio federale tempestivamente e in modo trasparente il suo obbligo di agire in tal modo come
ultima ratio in quella situazione eccezionale.
Il Tribunale federale ha deciso in data odierna che alle condizioni dell'epoca la FINMA era in diritto di prendere questa decisione. Esso annulla in ultima istanza la decisione contraria del Tribunale amministrativo federale del 5 gennaio 2010. La FINMA analizzerà attentamente la decisione non appena sarà in possesso della versione completa.
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